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Chartreuse V.E.P. Verde Vol.54% Cl.100
- Questa produzione liquoristica è considerata tra le più pregiate al mondo, ciò è dovuto alla straordinaria miscela di piante aromatiche.
- Dal 2018 la Chartreause V.e.p. è diventata limited edition.
- Poche bottiglie disponibili.
- Bottiglia da 1 litro
- Cassetta legno.
Questa Chatreause V.E.P. Verde riporta numero di lotto 936252.
Il monastero della Grand Chartreuse è il primo monastero dell'ordine Certosino fondato nel 1084 da Padre Bruno, l’Ordre des Chartreux è attualmente uno dei più vecchi ordini del cristianesimo.
Siamo nel giugno 1084 e Bruno riconosce nel luogo dove oggi sorge la certosa il posto che Dio gli ha indicato a San Pierre de Chartreuse vicino a Grenoble a 1190 metri di altitudine ai piedi delle Alpi.
Tutt'ora il monastero non è visitabile, i certosini sono monaci di clausura.
Il monastero è comunque raggiungibile a piedi con 30 minuti di cammino dal parcheggio.
Un museo della storia del monastero e dell'ordine è la sola parte visitabile.
L'ordine certosino è nato dal desiderio di radicalità nella sequela della regola benedettina, di 7 giovani monaci.
La chartreuse rimane luogo di silenzio e preghiera fino alla rivoluzione francese quando 1792 appunto viene chiusa e saccheggiata come la maggior parte delle abbazie francesi.
I monaci rientreranno nel 1816 e riespulsi nel 1906 in seguito alle politiche anticlericali francesi.
Solo nel 1940 la casa madre certosina riavrà i suoi monaci, fino ad oggi.
Nel 1810, l’imperatore Napoleone decide che la ricetta segreta dell’elixir deve essere presentata al Ministro degli Interni in quanto l’elixir dovrà essere gestito dallo Stato.
Il signor Liotard, al quale era stata affidata la ricetta dai monaci incarcerati dai rivoluzionari, risponde al manoscritto del Ministero recante l’intimazione a cedere la ricetta segreta, ponendo sul retro la parola “Rifiutato”. Dopo la morte del signor Liotard, i documenti ritornano al Monastero della Grande Chartreuse alla quale i monaci hanno fatto ritorno nel 1816.
Nel 1838, la formula è stata adattata per produrre un liquore più dolce e meno alcolico, Chartreuse Jaune, 40 gradi. Nel 1903, i certosini sono espulsi dalla Francia, per loro la produzione di questo liquore era in quel momento la miglior fonte di sostentamento, così avviarono una distilleria in Tarragona in Spagna per la fabbricazione di liquori. Nel corso di questo stesso periodo, lo Stato francese vende il loro marchio a un liquorificio che istituisce il nuovo marchio “Fermière de la Grande Chartreuse”. La società, la cui produzione non ha nulla a che fare con il vero Chartreuse cessa la sua attività nel 1929.
I monaci ripresero la loro distillazione in Francia presso la loro ex distilleria Fourvoirie costruita nel 1860 presso il Monastero della Grande Chartreuse.
I monaci lavorano nel più grande segreto e sono i soli ad avere familiarità con i dettagli della produzione. Oggi come ieri, la formula resta un mistero che i moderni metodi d’indagine non possono penetrare. I liquori fabbricati dai Padri Chartreux non contengono additivi chimici. I loro colori provengono dalle stesse piante utilizzate.
Dall'elisir invecchiato in grandi botti di legno, i monaci ottengono un Chartreuse di qualità particolarmente degna di nota; denominata “Chartreuse Vep” (Viellement estention particular).
La produzione, necessariamente limitata, è presentata in bottiglie da 50 cl e 1 litro, che riproduce fedelmente quelle utilizzate nel 1840.
Entrare nelle cantine della Chartreuse è tornare indietro nel tempo: sembra di essere nelle cantine di un grande produttore di vino.
Questa produzione liquoristica è considerata tra le più pregiate al mondo, ciò è dovuto alla straordinaria miscela di piante aromatiche, ma anche ad un sapiente invecchiamento del liquore, pratica ormai poco diffusa dai grandi produttori di liquori, perchè antieconomica.
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